La poesia "L'angelo del povero" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti nel 1942/1946 e fa parte della raccolta Il dolore, nella sezione I ricordi.
Indice
Testo
Ora che invade le oscurate mentiPiù aspra pietà del sangue e della terra,
Ora che ci misura ad ogni palpito
Il silenzio di tante ingiuste morti,
Ora si svegli l'angelo del povero,
Gentilezza superstite dell'anima...
Col gesto inestinguibile dei secoli
Discenda a capo del suo vecchio popolo,
In mezzo alle ombre...
Analisi del testo e commento
Provo a dare un'interpretazione personale di questa poesia.
Attraverso questa poesia il Poeta vuole trasmettere il dolore che prova (Ora che invade le oscurate menti) ripensando a tutte le vittime ingiuste, cioè quelle che non meritavano di morire perché ancora giovani e con una vita davanti, come quella del figlio Antonietto di 9 anni nel 1939, ma soprattutto quelle di guerra con spargimenti di sangue. Sono persone comuni e pertanto non fanno notizia le loro morti, e attorno i loro nomi vi è solo il silenzio, per questa ragione Ungaretti vuole ricordarle attraverso la poesia (gesto inestinguibile dei secoli) dove il Poeta si autodefinisce l'angelo del povero, quindi non un vero angelo dotato di ali, ma il miglior angelo che possono permettersi (gentile superstite dell'anima) in questo momento per dargli voce.
Come tutte le poesie contenute nella raccolta "Il dolore" non si tratta di un dolore passivo, ma di un modo per darsi e dare forza.
Come tutte le poesie contenute nella raccolta "Il dolore" non si tratta di un dolore passivo, ma di un modo per darsi e dare forza.
Il verso finale "in mezzo alle ombre" serve a creare un collegamento col Regno pagano dell'oltretomba in cui non vi sono anime bensì ombre. Da notare che i termini "pietà" e "ombre" siano stati già usati in una sua altra poesia intitolata La pietà.
Figure retoriche
Ora = anafora (v.1; v.3; v.5).