La Roba è uno dei più noti racconti dello scrittore italiano Giovanni Verga e, pur essendo stato scritto nel 1880 e anche se oggi non ci sono più i proprietari terrieri che si sporcano le mani in prima persona come il personaggio in questione, l'attaccamento ai soldi e ai beni materiali è uno dei mali del mondo odierno. Leggere questo racconto vi farà riflettere e rileggerlo a distanza di tempo non può che essere salutare perché nessuno vuole fare la fine di Mazzarò che diventa un ricco, vecchio e scorbutico, privo di amore se non per la sua roba. Il lavoro e i soldi sono importanti, ma ogni tanto è necessario staccarsi da essi e trovare il tempo per godersi un po' la vita.
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La roba di Giovanni Verga
Ci sono molte tematiche che possono essere affrontate leggendo il racconto La Roba di Giovanni Verga, ma in questa appunto troverete solamente un breve riassunto. Se invece stavate cercando qualcosa di più approfondito per conoscere ogni particolarità di questo racconto, vi suggeriamo di leggere l'altro nostro appunto dedicato a La roba, intitolato La roba riassunto analisi e commento.Riassunto breve
In questo racconto di Giovanni Verga intitolato La roba, il protagonista è la roba stessa, ovvero tutti i possedimenti di un ricco proprietario terriero chiamato Mazzarò. A descrivercele in tutta la loro grandezza è un viandante che stava attraversando quella strada di campagna accompagnato da un lettighiere ed è proprio quest'ultimo che fa il nome di Mazzarò, quando gli viene chiesto a chi appartenessero. Costui è un uomo che inizialmente non aveva nulla, era uno dei tanti contadini del luogo, ma lavorando sodo, ottenendo astutamente le terre del barone e reinvestendo con saggezza i guadagni in altre terre, era riuscito a crearsi un vero e proprio impero agricolo. La ricchezza non l'aveva cambiato, era rimasto umile nel vestirsi, nel mangiare, e continuava a gestire la sua attività giorno e notte, e anche in condizioni climatiche difficili. I soldi non sono tutto nella vita e i beni materiali sono ben lontani da quello che è la vera felicità, e così col passare degli anni Mazzarò si era fatto vecchio, ma non meno scorbutico del solito, e invidiava quei giovani con ancora una lunga vita da vivere. Un giorno gli spiegarono che era arrivato il suo tempo (non gli restava molto da vivere) e che doveva lasciare la sua roba in gestione a qualcun altro. Al solo pensiero di doversi separare da essa uscì fuori del cortile e cominciò ad ammazzare col bastone i primi animali che si trovava davanti urlando «Roba mia, vientene con me!».