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Figure retoriche: Mattina, m'illumino d'immenso di Giuseppe Ungaretti

Quali sono le figure retoriche della poesia Mattina, il cui testo è M'illumino d'immenso: ce ne sono più di quante ne possiate immaginare!
Mattina

Nella poesia "Mattina" il poeta riesce a esprimere il desiderio dell'uomo di sentirsi immenso attraverso la poesia più breve della sua raccolta poetica. Ungaretti l'ha intitolata in questo modo proprio perché la luce che lo illumina è quella del sole mattutino, una luce così violenta e accecante che copre lo spazio a qualsiasi distanza. Da non trascurare il fatto che Giuseppe Ungaretti non era mica andato in campagna a godersi l'alba, egli si trovava in guerra e si stava godendo questo meraviglioso miracolo della natura in un contesto orrido come quello della guerra caratterizzato da morte e distruzione. Questa volta, però, non vi è alcun accenno alla guerra, quasi come se si fosse dimenticato per un attimo della situazione che stesse vivendo. In altre parole Ungaretti si stava godendo il momento!





Tutte le figure retoriche

Essendo una poesia molto breve, formata solamente da due parole, non ci aspetta nemmeno di trovare una figura retorica e, invece, ve ne sono addirittura cinque! Continuando a leggere quest'appunto vi forniremo il nome di questo figure retoriche e vi offriremo anche una semplice ma dettagliata spiegazione del perché è presente quel tipo di figura retorica. Per saperne di più visitate la lezione approfondita su Mattina - Ungaretti.



Sinestesia

La sinestesia è quella figura retorica che accosta parole che appartengono a sfere sensoriali diverse. Nel caso in questione il verbo "illumino" appartiene alla sfera sensoriale della vista (luce) o del tatto (se consideriamo la luce del Sole al mattino come fonte di calore), mentre il sostantivo "immenso" appartiene a uno stato mentale penché è usato come sinonimo di infinito e nessuno dei 5 sensi può stabilire se qualcosa è infinita oppure no. Fatta eccezione se consideriamo l'immensità a livello poetico in termini di silenzio, e in questo caso la sfera sensoriale potrebbe essere quella dell'udito. In entrambe le ipotesi immensità e luminosità vengono percepite in modo diverso.
illumino
immenso



Allitterazione

La consonante "M" si ripete per 4 volte a distanza ravvicinata. La figura retorica in questione è l'allitterazione del suono M, che serve a creare connessione e armonia tra i due versi.
M'illuMino
d'iMMenso



Analogia

In questi due versi l'autore indica se stesso (m') e poi l'immenso. L'uomo, inteso come individuo, ha una vita limitata, caratterizzata da un inizio e una fine. La parola "immenso" sta facendo riferimento a qualcosa che di limiti non ne ha, perché si estende all'infinito. La figura retorica in questione è l'analogia perché usa due espressioni che possono fare riferimento anche a qualcos'altro.
m' = io, me stesso
immenso



Metafora

Considerando che una persona non è in grado di illuminarsi, in quanto non brilla di luce propria come una stella, questa espressione si potrebbe considerare anche come metafora. Infatti il poeta è illuminato dal sole mattutino, e in ogni caso non è lui a creare quella luce. Infatti la forma corretta del testo sarebbe dovuta essere "sono illuminato d'immenso".
m'illumino



Enjambement

Le due parole non dovrebbero trovarsi separate in due versi, perciò nel v.1 si viene a creare una rottura del verso.
M'illumino / d'immenso



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