Madonna ha 'n sé vertute con valore è una poesia di Jacopo da Lentini scritta tra il 1233 e il 1240 attraverso la quale la figura della donna amata viene posta su un piedistallo per sottilineare la sua superiorità rispetto a qualsiasi altra cosa esistente in natura.
Testo
Madonna à ’n sé vertute con valore
più che nul’altra gemma prezïosa:
che isguardando mi tolse lo core,
cotant’è di natura vertudiosa.
Più luce sua beltate e dà sprendore
che non fa ’l sole né null’autra cosa;
de tut[t]e l’autre ell’è sovran’e frore,
che nulla apareggiare a lei non osa.
Di nulla cosa non à mancamento,
né fu ned è né non serà sua pare,
né ’n cui si trovi tanto complimento;
e credo ben, se Dio l’avesse a fare,
non vi metrebbe sì su’ ’ntendimento
che la potesse simile formare.
Parafrasi
La mia donna possiede una virtù che ha più valore,di qualsiasi altra gemma preziosa:
col solo sguardo, mi ha rapito il cuore,
tanto è potente la natura della sua virtuosità.
La sua bellezza emana una luce e uno splendore
che nemmeno il sole né nulla altra cosa possono eguagliare;
tra tutte le altre, lei è la regina e il fiore,
che nulla osi paragonarsi a lei.
Non manca niente in lei,
né è stata, né è, né sarà mai uguagliata,
né esiste nulla che possa essere così completo;
E credo sinceramente, se Dio avesse dovuto crearla nuovamente,
non potrebbe, neppure volendo,
formarla simile a lei (alla sua amata).
Analisi del testo
Schema metrico: è un sonetto formato da 2 quartine e 2 terzine di endecasillabi. La rima è ABAB, ABAB, CDC, DCD.Il termine "Madonna" presente sia nel titolo che nel primo verso deriva dal latino mea domina, che significa "mia signora". Vuol dire che il poeta si vede inferiore rispetto alla figura della donna amata.
La scelta dell'espressione "gemma preziosa" non è casuale, infatti nel Medioevo, come documentato nei lapidari (iscrizioni su pietra o marmo), si riteneva che le pietre preziose potessero avere delle proprietà magiche o curative.
Il termine "complimento" è una parola ricercata della lirica provenzale e significa compiutezza o pienezza.
La donna amata viene paragonata a degli elementi naturali come il sole e a qualsiasi altra cosa esistente in natura. Nel confronto è sempre superiore a tutto: ciò anticipa le tematiche trattate nel dolce stil novo.
Figure retoriche
- Metafora = "ell’è sovran’e frore" (v.7). Qui dice che la donna amata è una regina e un fiore.
- Anastrofe = "Di nulla cosa non à mancamento" (v.9). L'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "Non ha mancamento di nulla cosa".
- Allitterazione della N = "né fu ned è né non" (v.10).
Commento
Jacopo da Lentini è stato un poeta e notaio italiano del XIII secolo ed è noto per essere l'ideatore del sonetto nella letteratura italiana. È considerato uno dei principali esponenti della Scuola siciliana, un movimento letterario nato in Sicilia presso la corte siciliana dell'imperatore Federico II di Svevia e che ha contribuito alla nascita del dolce stil novo, difatti il bonomio donna-perfezione è già presente in questa poesia.La poesia tratta l'amore per la donna amata che, per il poeta, ha una virtù e potenza superiore a quella di qualsiasi pietra preziosa.
Egli spiega che si è innamorato di questa donna già dal suo sguardo, che il sole non splende quanto lei e che non ha eguali né nel presente, né nel passato e nemmeno ne avrà nel futuro. Difatti le dà il soprannome di "sovran frore", ovvero regina e fiore. Nelle due terzine esalta ancor di più la bellezza della donna, che non è solo estetica, ma è bella nella sua completezza, e dice che la sua perfezione è impossibile da replicare nemmeno se l'artista a creare questa nuova opera fosse Dio in persona.
