Neo in bel volto è una poesia di Giambattista Marino contenuta nella raccolta La Lira. Ha come tema principale il volto di una donna affascinante caratterizzato dalla presenza di un neo.
Testo
Quel neo, quel vago neo,
che fa d’amate fila ombra vezzosa
a la guancia amorosa,
un boschetto è d’Amore.
Ah, fuggi, incauto core,
se pur cogliervi brami o giglio o rosa!
Ivi il crudel si cela, ivi sol tende
le reti e l’arco, e l’alme impiaga e prende.
Parafrasi
Quel neo, quell'appena percettibile neo,che crea una piacevole ombra di peluria
all'amorevole guancia,
è un piccolo boschetto di Amore.
Ah, comincia a correre, cuore imprudente,
se desideri proprio in quel luogo cogliere gigli o rose!
Lì il crudele (Cupido) si nasconde, lì tende solamente
le sue trappole e il suo arco, ferendo e catturando le anime.
Analisi e commento
I nei sono delle piccole macchie sulla pelle e tutti ne possediamo almeno uno, e possono variare nel numero, nelle dimensioni, nel colore e nella forma. Solitamente sono innocui ma è bene monitorarli nel caso dovessero mutare di forma e colore. Questo sonetto però parla del neo sotto un altro aspetto: vi è una donna bellissima, dal bel volto, che presenta un neo, un'imperfezione, proprio su di esso. L'attenzione dell'autore è rivolta proprio su quel neo: ciò può sembrare strano ma è tipico della letteratura barocca focalizzarsi sui particolari e sulle stranezze come per esempio fare una descrizione minuziosa e bizzarra di questo piccolo dettaglio dell'aspetto fisico della donna. Non si sofferma solamente sulla presenza del neo, ma fa notare che in esso, sulla guancia ove si trova il neo, vi sono dei peli a cui fa ombra. Questa peluria (boschetto) dice che appartiene ad Amore (Cupido), un essere crudele verso coloro che tentano di raccogliere "i fiori" in questo posto (metaforicamente potrebbe essere inteso come l'atto del baciare la donna o comunque ad avvicinarsi al suo viso), infatti si nasconde aspettando che la vittima di turno cada in trappola (rete) per poi ferirla al cuore col suo arco (tipica arma di Cupido col quale scocca le frecce) e infine cattura la sua anima. E il poeta si sente di dare un suggerimento a coloro che posseggono un cuore incauto e vogliono ugualmente provare a raccogliere questi "fiori", ed è quello di scappare, o meglio iniziare già a correre, per poter sperare di sfuggire al pericolo.Figure retoriche
- Perifrasi = "d'amate fila" (v.2). Per indicare i peli sul neo.
- Personificazione = "incauto core" (v.5). Al cuore vengono attribuite caratteristiche umane.
- Anastrofe = "incauto core" (v.5). L'ordine corretto sarebbe dovuto essere "core incauto".
- Antitesi = le parole "Amore" (v.4) e "crudel" (v.7) sono in contrasto fra loro e mettono in evidenza il fatto che il pericolo si può nascondere anche nelle cose belle.
- Enjambement = "tende / le reti" (vv. 7-8).