Vennero i freddi è una poesia di Attilio Bertolucci del 1934 e che farte della sua seconda raccolta poetica intitolata "Fuochi in novembre".
Testo
Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.
Parafrasi
Arrivarono i venti gelidi,insieme alla neve e al ghiaccio
resero le strade spopolate.
Il riflesso delle fiamme alle finestre suscitava serenità.
La luna splendeva sopra i campi spogli e innevati.
Analisi del testo e commento
Questa poesia descrive l'arrivo dell'inverno e della stagione fredda facendo largo uso delle figure retoriche.Essa porta con sé la neve (bianchi pennacchi) e il ghiaccio (azzurre spade). Ciò ha come conseguenza che le persone che prima popolavano le strade, adesso preferiscono starsene in casa, al calduccio con il camino acceso. Egli vede il riflesso delle fiamme sui vetri delle finestre e questa immagina gli dona un senso di calma. Il testo si conclude con il riferimento alla luna che brilla sopra i campi spogli e innevati.
Figure retoriche
- Sineddoche = "Arrivarono i freddi" (v.1). Il plurale per il singolare, perché avrebbe potuto scrivere "Arriva il freddo".
- Allitterazione della C = "con bianchi pennacchi" (v.2).
- Metafora = "con bianchi pennacchi e azzurre spade" (v.2). I venti gelidi non posseggono queste caratteristiche, ovvero ali e spade, ma potrebbe essere un riferimento alla neve e al ghiaccio.
- Omoteleuto = "sugli spogli" (v.5). Per la sillaba finale "gli" che si ripete in entrambe le parole.
- Personificazione = "calmo" (v.4). Il riflesso dei fuochi non può essere calmo, che è un aggettivo per descrivere il carattere di una persona.