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Inverno Ungaretti: testo, analisi e commento

Di cosa parla la poesia Inverno di Giuseppe Ungaretti? Eccovi il testo della poesia e la nostra interpretazione, ovvero l'analisi e il commento.
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Inverno è una poesia di Giuseppe Ungaretti contenuta nella raccolta Derniere jours del 1919. Non è una delle più note del poeta però è una delle più interessanti da leggere ed analizzare per quanto riguarda la stagione invernale.





Inverno: testo

Come la semente anche la mia anima ha bisogno del dissodamento nascosto di questa stagione.



Inverno: analisi del testo

Questa poesia può essere descritta mediante l'utilizzo di due aggettivi: ermetica ed epigrafica. È una poesia ermetica perché è caratterizzata da un linguaggio simbolico e criptico, che deve essere analizzato parola per parola per poterne trarre un senso. Ed è una poesia epigrafica perché è concisa ed essenziale. Dunque, per struttura e lunghezza, ricorda molto la sua più celebre poesia intitolata Mattina, il cui testo è "M'illumino d'immenso", che è breve ma che dà spunto a molteplici interpretazioni.

In questa poesia sono presenti due termini che appartengono al mondo agricolo:
  • Semente = il seme selezionato destinato alla semina.
  • Dissodamento = preparazione di un terreno a ricevere di nuovo la semente dopo un periodo di riposo.


Inverno: commento

Adesso che abbiamo spiegato il significato dei due termini appartenti alla terminologia agricola, possiamo dare la nostra interpretazione del testo. Incominciamo dicendo che è ambientata nella stagione invernale, e ciò è intuibile dal titolo della poesia. Il testo è incentrato sul paragone (come) fra la semente, che ha bisogno di terra fertile per germogliare e crescere, e la sua anima, che con queste temperature fredde necessità di calore e protezione. Dunque, quello che Ungaretti chiede da questi mesi invernali è un po' di pace, di silenzio, per ritrovare ciò che gli serve per rigenerarsi. Per definire ciò Ungaretti usa l'espressione dissodamento nascosto: è nascosto perché è interiore, cioé è qualcosa che deve avvenire dentro di sé.



Figure retoriche

  • Similitudine = "Come la semente".



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