Alba è una poesia di Giorgio Caproni scritta nel 1934 e contenuta nella sua prima raccolta poetica intitolata "Come un'allegoria". Ci teniamo a precisare che Caproni ha realizzato anche un'altra poesia che porta lo stesso titolo.
Alba: testo poesia
Una cosa scipita,
col suo sapore di prati
bagnati, questa mattina
nella mia bocca ancora
assopita.
Negli occhi nascono come
nell'acque degli acquitrini
le case, il ponte, gli ulivi:
senza calore.
È assente il sale
del mondo: il sole.
Parafrasi
Questa mattina nella mia bocca ancora addormentata sento qualcosa di insipido e col sapore di erba bagnata. Iniziano a intravedersi case, ponti e ulivi senza vitalità che si riflettono nelle pozzanghere. Manca il condimento principale del mondo: il sole.Analisi e commento
Schema metrico: tre strofe di versi liberi.Questa poesia di Giorgio Caproni descrive il momento del suo risveglio: il sonno e la luce fioca dell'alba fanno sembrare senza colore e senza gusto tutto ciò che gli è intorno. Manca il sole, ovvero quel tocco di vita che rende il mondo vivo.
Figure retoriche
- Personificazione = "bocca ancora assopita" (vv. 4-5)
- Similitudine = "Negli occhi nascono come nell’acque degli acquitrini" (vv. 6-7).
- Metafora = "il sale del mondo" (vv. 10-11)
- Enjambement = "prati / bagnati" (vv. 2-3); "ancora / assopita" (vv. 4-5); "come / nell'acque" (vv. 6-7); "il sale / del mondo" (vv. 10-11).