Il poeta descrive un momento della sua vita nel quale si sento come un giovane spaventato dall'arrivo dalla morte, ma in realtà non è più giovane, ed è triste e solo, e per questa ragione è attratto dalla morte. La morte in questa poesia viene vista come un modo per potersi liberare dalle preoccupazioni della vita, sebbene abbia voluto vicino a sé qualcuno con cui potersi confidare e piangere prima di avvicinarsi a Dio.
Nessuno: tutte le figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche contenute nella poesia Nessuno di Salvatore Quasimodo. In realtà, ce ne sono davvero poche, ma sono dense di significato. Per leggere testo, parafrasi e commento vi rimandiamo alla sezione principale → Nessuno - Quasimodo.Metafora
Nel v.1 il poeta afferma di essere un fanciullo, e anche aggiungendo l'avverbio dubitativo "forse", il risultato è lo stesso: si tratta di una metafora. È una metafora perché il poeta non è più un fanciullo.Io sono forse un fanciullo
Anafora
perché (v.4 , v.7)
che (v.2 , v.10)
Personificazione
Nel v.3 il poeta chiama la morte, ma essa è astratta e non è un essere vivente che può essere chiamata. Dunque, la morte viene personificata.la morte chiama
Sinestesia
Nel v.6 è presente la sinestesia perché del cuore si possono ascoltare i suoi battiti con l'udito, invece la tristezza è un sentimento. Cioè le due parole appartengono a sfere sensoriali diverse.cuore di tristezza