Amavo ogni cosa del mondo è una poesia di Sandro Penna così breve da essere composta solamente da due versi ma carichi di intensità.
Testo poesia
Amavo ogni cosa nel mondo. E non avevo
che il mio bianco taccuino sotto il sole.
Analisi e commento
Il poeta dice di amare tutto ciò c'è nel mondo, dunque fa riferimento perfino alle cose più piccole e che potrebbero sembrare insignificanti alle altre persone. Si tratta di un amore puro e sincero che però è rivolto al passato (andavo) attraverso l'uso del tempo imperfetto del modo indicativo e questa non è una scelta ben precisa. L'imperfetto, infatti, viene spesso utilizzato per descrivere azioni passate abituali, ricorrenti o in corso, in contrasto con il passato remoto che indica azioni finite e concluse. Nel secondo verso continua ad esaltare la semplicità, con l'immagine di un taccuino bianco e quindi ancora vuoto (non ancora scritto) che è posato in un posto, probabilmente all'esterno, in un punto in cui arrivano i raggi del sole. Dunque, il poeta vuole dirci che gli basta l'amore per la poesia e un senso di benessere interiore, perché quando si ama si sta bene anche con se stessi, e poi la luce del sole per scrivere nuove poesie proprio come fatto per questa.Figure retoriche
- Iperbole = "Amavo ogni cosa nel mondo" (v.1). Si tratta di un'esagerazione, dato che non si può amare ogni cosa (per esempio l'odore della puzzola, gli escrementi di un topo, e inoltre nel mondo ci sono cose di cui nemmeno siamo conoscenza, pertanto non può sapere se le ama oppure no).
- Antitesi = il primo verso è in antitesi con il secondo, nel primo verso vi è il tutto (ogni cosa), nel secondo verso vi è limitatezza (non avevo che).