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Ciàula scopre la luna, Luigi Pirandello: riassunto e commento

Appunto di letteratura sulla novella Ciàula scopre la luna di Luigi Pirandello: riassunto, analisi del testo, descrizione dei personaggi e commento.
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Ciàula scopre la Luna è una novella di Luigi Pirandello contenuta nella raccolta "Novelle per un anno" del 1907. Narra la storia di un ragazzo con la paura del buio che vede per la prima volta la luna.





Ciàula scopre la luna: scheda novella

Titolo Ciàula scopre la luna
Autore Luigi Pirandello
Genere Novella
Raccolta Novelle per un anno
Data 1907
Corrente letteraria Verismo
Personaggi Ciàula, Zi' Scarda, Cacciagallina
Luogo In una zolfara della Sicilia
Temi trattati Lo stupore di un giovane affascinato dal bagliore della luna




Ciàula scopre la luna: riassunto

Giunta la sera, i minatori decidono di smettere di lavorare pur non avendo ancora terminato di estrarre il necessario zolfo per la fornace. Ciò fa andare su tutte le furie il loro sorvegliante, Cacciagallina, che, vedendoli intenzionati a svignarsela, impugna una pistola e spara alcuni colpi nel tentativo di farli ritornare nella cave, ma questi tra una spinta e una spallata si fecero strada verso l'uscita e in lontananza si prendevano gioco della sua autorità. L'unico tra i minatori che riuscì a fermare fu Zi' Scarda, un anziano minatore cieco in un occhio che si era lasciato prendere senza nemmeno ribellarsi, rifiutandosi di lasciarsi coinvolgere dalla gioventù irrequieta dei suoi compagni di lavoro. Cacciaguida ugualmente lo rimproverava usando il plurale, come se oltre a lui ci fossero ancora gli altri minatori.
Mentre gli altri tra una pausa e l'altra si accendevano una sigaretta o bevevano del vino, Zi' Scarda aveva sviluppato l'abitudine di far scendere una lacrima dalla sua guancia per trovare conforto nel suo sapore salato, frutto della fatica e della sofferenza quotidiana nel lavoro nelle miniere di zolfo. Nonostante la sua età avanzata lo tenevano ancora lì a lavorare duro anche per onorare la memoria del figlio morto a causa di una mina, lasciando orfani 7 figli e una nuora da mantenere. E non si preoccupava dei rimproveri del suo superiore, dato che anch'egli aveva modo di sfogarsi con qualcuno più debole di lui: Ciàula.
Il garzone dei picconieri, Ciàula, aveva poco più di trent'anni ed era un uomo sciocco e ingenuo, che si esprimeva quasi come gli animali e questo lo portava a essere vulnerabile, però lavorava duramente. Aveva paura del buio della notte, ma non quello delle grotte sotterranee dove passava la maggior parte del suo tempo, bensì del buio della notte che c'era all'esterno della miniera.
Questa paura gli è presa a causa di un tragico incidente del passato, la morte del figli di Zi' Scarda, infatti in quell'occasione si ruppe la sua lumierina. Dunque, la sera in cui rimasero solamente Zi' Scarda e Ciàula a lavorare, il vecchio maltrattava il ragazzo facendogli portare un carico strapieno di zolfo nonostante il giovane gli chiedesse di non continuare ad aggiungerne altro. Il carico avrebbe dovuto portarlo all'esterno della miniera, percorrendo una salita, e solitamente era solito fare questo passaggio facendo il solito verso della cornacchia, ma stavolta non gli veniva bene perché cominciava a sentire la paura del buio esterno. Stavolta però, non fu come quella volta, in quanto Ciaulà aveva trovato conforto nella luce della luna del quale ne rimase affascinato per la sua bellezza. La scoperta della luna lo colpì profondamente, portandolo a versare lacrime senza nemmeno rendersene conto, e ad ottenere anche una sorta di pace interiore.



Analisi e commento

Sebbene il titolo della novella riporta il nome Ciàula e nel testo è scritto con la lettera iniziale maiucola, non è il vero nome del protagonista, bensì il suo soprannome. Ciàula è un termine della lingua siciliana che sta per "cornacchia", infatti il protagonista in certe situazioni imita il verso dell'animale per comunicare, in particolare nelle situazioni disagianti.

La salita di Ciaula fuori dalla caverna è come un nuovo inizio, come una inascita. Uscire all'aria aperta è come liberarsi, lasciando dietro la vecchia vita che metaforicamente rappresentava la morte, ovvero il non vivere. D'altronde, non si può definire vita passare tutto il tempo in un luogo chiuso e perdipiù lavorando. Il buio della notte dava continuità al buio esterno, ma la luce della luna ha spezzato questa catena e ha perfino fatto commuovere Ciàula che, era a conoscenza dell'esistenza della luna, ma non pensava fosse così meravigliosa e in grado di fargli perfino passare la paura del buio notturno.



Descrizione dei personaggi

  • Ciàula: è il protagonista della novella e si tratta di un giovane che aveva più di trent'anni ma secondo l'autore poteva averne sette (forse in riferimento alla sua intelligenza) o settanta (forse in riferimento al suo aspetto). Si esprime imitando il verso della cornacchia e viene maltrattato e sfruttato da tutti in miniera.
  • Zi' Scarda: è il più vecchio minatore della miniera, nonostante sia cieco in un occhio lo lasciano continuare a lavorare per sfamare la famiglia del figlio che è morto a causa di una mina. Tuttavia, nonostante l'età lavora anche meglio di un giovane e ha il passatempo di gustarsi le sue lacrime.
  • Cacciaguida: è colui che dovrebbe controllare i lavoratori che portano a termine il loro compito ma riesce solo a farsi rispettare dal vecchio Zi' Scarda e da Ciàula.
  • Altri minatori: appena finisce la loro giornata lavorativa, pur non avendo completato il compito giornaliero, si allontanano dalla miniera tra risa e scherni verso Cacciaguida.



Ciaula e Rosso Malpelo

Leggendo la novella di Pirandello, non può che ritornare in mente la novella di Giovanni Verga, altro scrittore siciliano, intitolata Rosso Malpelo. Le due novelle presente molti punti in comune ma anche delle importanti differenze.

Ciàula è ingenuo, sporco e lavora dentro una miniera proprio come Malpelo. Tuttavia, Malpelo ha un caratteraccio, invece Ciàula per quanto strano è tutto sommato un tipo tranquillo. Se Ciàula è più simile ad animale addomesticabile, Malpelo viene definito una bestia per la sua natura grezza e anche un po' selvaggia. Inoltre, mentre Ciàula ha paura del buio della notte, Malpelo non ha paura di nulla, nemmeno di perdersi nella labirintica miniera e di morire perché nessuno sarebbe andato a cercarlo.
Vi sono somiglianze anche nel comportamento di alcuni personaggi, infatti Malpelo riceveva le botte e poi le dava a sua volta a Ranocchio. Invece, in questa novella i rimproveri li riceve prima il vecchio Zi' Scarda che a sua volta li dà a Ciàula caricandolo di lavoro.
Un'ultima differenza si ha nel finale della novella, infatti Malpelo si perde nell'oscurità della miniera, dato che di lui non si avranno più notizie; invece, Ciàula trova (in contrapposizione a perdersi) il bagliore della luna (in contrapposizione all'oscurità).
Un'altra differenza riguarda gli altri minatori che, nella novella di Verga rimangono impauriti perlo spirito di Malpelo che si aggira per la miniera, mentre nella novella di Pirandello l'umore degli altri minatori è totalmente opposto: se la ridono e si prendono anche gioco del loro sorvegliante.



Figure retoriche

  • Onomatopea = "Cràh! cràh!"; "crocchiare".
  • Similitudine = "sforacchiate dalle zolfare, come da tanti enormi formicai"; "a ogni colpo gli strappava come un ruglio di rabbia dal petto"; "come una carità che gli facessero"; "ci stava cieco e sicuro come dentro il suo alvo materno"; "come un cane"; " come se qualcuno lo avesse inseguito"; "come se il vecchio si facesse ajutare a muovere le braccia dalla forza della macchina lontana"; "si apriva come un occhio chiaro"; "come se il sole fosse rispuntato"; "come in un fresco luminoso oceano di silenzio".
  • Metafora = "oceano di silenzio"; "gli stava di faccia la Luna".
  • Allegoria = la luna simboleggia la speranza, il buio simboleggia la paura, l'esplosione della mina simboleggia la tristezza e la solitudine.
  • Ossimoro = "cieco e sicuro".



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