La poesia di Alda Merini è davvero straordinaria. Il titolo stesso, "I poeti lavorano di notte", suggerisce un contenuto potente. Questa frase descrive il ruolo del poeta come qualcosa di speciale: una persona che si ritira nella notte per scrivere quando il mondo diventa silenzioso.
I poeti lavorano di notte: figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche contenute nella poesia I poeti lavorano di notte di Alda Merini. Tra le figure retoriche più rilevanti vi sono la similitudine e la sinestesia. Per ulteriori informazioni vi rimandiamo alla scheda principale dedicata alla poesia I poeti lavorano di notte, con testo, parafrasi, analisi e commento.Anafora
La prima anafora riprende le parole del titolo nel primo verso v.1 e in parte si ripete nel v.5.I poeti lavorano
La seconda anafora è una ripetizione dell'avverbio nel v.2 e v.3.
Quando
Allitterazione
Nel v.3 è presente l'allitterazione della consonante L.il, della, folla
Similitudine
Nei versi vv. 6-7 Alda Merini paragona i poeti agli uccelli della notte.come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto
Climax
Il climax ascendente viene usato per descriverenotte (v.1)
buio (v.5)
silenzio (v.9)
Sinestesia
Nei vv. 10-11 è presente una sinestesia perché il rumore appartiene alla fera sensoriale dell'udito, mentre la cupola che è dorata di stelle appartiene alla sfera sensoriale della vista."rumore di una dorata cupola di stelle" (vv. 10-11)
Antitesi
Ai poeti vengono accostate due parole in contrasto tra loro perché dove c'è rumore non può esserci silenzio."silenzio" (v.9)
"rumore" (v.10)
Enjambement
Eccovi gli enjambement più evidenti presenti nel testo, ovvero l'interruzione del verso che prosegue nel successivo."usignoli / dal dolcissimo canto" (vv. 6-7)
"più rumore / di una dorata cupola di stelle" (vv. 10-11)