La sposa bambina è un racconto dello scrittore italiano Beppe Fenoglio che fa parte della raccolta "Un giorno di fuoco" (1963).
Indice
La sposa bambina: riassunto
Catinina era una bambina di tredici anni, figlia di genitori che lavoravano al mercato, ed Era conosciuta come "mezza zingara" a causa delle sue origini. Passava le giornate giocando con i suoi amici maschi sotto le tende dei banchi del mercato. Un giorno, mentre stava giocando a biglie, sua madre la chiamò per tornare a casa, interrompendo il gioco.A casa trova un vecchio con i baffi che sembrava puzzare come il venditore di acciughe, insieme al padre di lei e alla sua sorella maggiore. Pensò che dovevano dei soldi al vecchio, ma in realtà lui era lì per chiederla in sposa per suo nipote, un diciottenne che vendeva stracci. Inizialmente Catinina non è favorevole all'idea del matrimonio, ma è disposta a cambiare idea se l'abito fosse stato di colore rosso. La madre le spiega che l'abito di colore rosso non era adatto per le nozze, ma ci pensa la sorella convincerla ad accettare ricordandole che con il matrimonio ci sono anche tanti confetti, di cui lei ne è evidentemente ghiotta.
Si sposano in chiesa e il pranzo di nozze al ristorante, tutto pagato dal vecchio (il suocero). Verso sera ilgiovane sposo e la sposa bambina partono con il carretto per il viaggio di nozze, che in realtà è un viaggio di lavoro per vendere degli stracci. Durante il viaggio, il marito si arrabbia con lei, prima perché la vede continuamente mangiare delle caramelle e poi per non aver usato il "voi" (in segno di rispetto). Quando giungono a Savona, Catinina vede per la prima volta il mare, ma si allontanano nuovamente da esso perché il parente del marito che dovevano andare a trovare abitava in collina.
Durante la festa, Catinina si diverte, ma non si accorge di trascurare il marito, che è anche geloso nel vederla ridere e scherzare con altri uomini più vecchi. Quando tornano in camera, lui la picchia e poi nella notte non consumano l'unione matrimoniale essendo ancora fisicamente troppo giovane (lo sarà l'anno seguente). Al mattino, Catinina ferita fisicamente e anche psicologicamente chiede al marito (pentito) di voler tornare nella sua casa a Murazzano in quanto si è resa conto a sue spese il prezzo dell'essere di buonumore e ha perso pure la voglia di rivedere il mare. Il giorno dopo, il panettiere di Murazzano disse a Catinina che non poteva lasciare il marito, essendo proprio questa la legge del matrimonio.
Il panettiere convince il marito a fare promesse per migliorare la casa e così vanno ad aggiungersi la luce e il balcone, su specifica richiesta di Catinina. Ma ci volle un anno perché il balcone fosse pronto e nel frattempo Catinina ebbe il suo primo di nove figli. Non si preoccupava molto del neonato e continuava a giocare a biglie proprio come faceva prima. Quando il bambino piangeva, la vicina la chiamava, ma lei rispondeva di voler giocare l'ultima biglia.
Analisi del testo
Il racconto è ambientato nel Piemonte del primo Novecento e le vicende si svolgono soprattutto all'esterno, ad esempio in strada Catinina gioca a biglie e anche il percorso del viaggio insieme al marito; mentre le poche vicende che si svolgono nei luoghi interni, riguarda la casa dove gli propongono il matrimonio e la casa del parente dello sposo nel quale fanno festa.La storia ha come protagonista Catinina, una bambina di soli tredici anni. Ci sono altri personaggi importanti come lo sposo, la famiglia di Catinina, un vecchio, un parente dello sposo e il panettiere del paese di Murazzano.
Il tema principale di questo racconto è quello delle ragazzine e addirittura bambine, la cui giovinezza è negata in quanto devono sin da giovanissime prendersi cura del marito, ottenuto tramite un matrimonio combinato. Si tratta di una pratica ancora presente in alcuni paesi del mondo, soprattutto nei paesi arabi e asiatici.
Commento
Questo racconto suscita una serie di emozioni contrastanti. Da un lato, c'è la tristezza nel vedere una bambina costretta a sposarsi così giovane per motivi economici o sociali, senza alcuna considerazione per i suoi desideri o la sua felicità. E la convincono ad accettare facendo leva sulla sua ingenuità (tipica dei bambini) e per il fatto che sia semplice da corrompere (con dei confetti).Dall'altro lato è sconvolgente pensare che una ragazza così giovane debba affrontare una vita così difficile e priva di scelte, e difatti quando ne ha l'occasione riprende a giocare a biglie, non avendo ancora acquisito il senso di responsabilità di una donna adulta che sceglie di sua volontà, insieme al marito, di avere un bambino. Dunque, per lei il figlio è solamente un peso, un fastidio, e non un dono, proprio perché gli è stato imposto.
Quel che crea disturbo e disorientamento al lettore è il modo inquietante in cui gli altri personaggi del racconto (la comunità) accettano passivamente la situazione senza considerare il benessere della ragazza. È un richiamo alla necessità di difendere i diritti fondamentali dei bambini, compreso il diritto a un'infanzia sicura e protetta.