Un'anima parla con Dante, illustrazione di Gustave Doré |
Analisi del testo
La struttura del cantoCanto prevalentemente dottrinario, è diretta prosecuzione e complementare al precedente. Vi distinguiamo tre momenti:
- la trattazione sulla questione del voto;
- l'appello generale ai fedeli per un maggior rispetto dei principi dottrinari cristiani;
- la ripresa della narrazione del viaggio con l'ascesa al cielo di Mercurio.
Il tema dottrinario: il voto
Nell'esposizione della dottrina del voto Dante si rifà al pensiero di S.Tommaso esposto nella sua Summa Theologiae, ma accentua l'importanza del sacrificio della propria volontà: così egli intende criticare il lassismo delle autorità ecclesiastiche che, per interessi mondani, con troppa facilità rimettevano e annullavano i voti di tanti religiosi. La trattazione, come quella su volontà assoluta e volontà relativa nel canto precedente, rispecchia quell'interesse sistematico per ogni questione particolare della dottrina che è proprio della cultura scolastica di Dante, fondata sul principio di autorità delle Sacre Scritture e delle gerarchie ecclesiastiche (come confermato ai vv. 76-78 nell'apostrofe ai lettori che occupa strategicamente la parte mediana del canto).
Il cielo di Mercurio
Dopo la lunga trattazione dottrinaria nel cielo della Luna, nell'ultima parte del canto riprende la narrazione, con la salita al cielo di Mercurio, l'apparizione dei beati e l'incontro di Dante con uno di essi. Ogni passaggio da un cielo all'altro avverrà con caratteristiche proprie, ma anche con alcuni dati costanti che possiamo già qui rilevare:
- la velocità della salita al nuovo cielo;
- la maggiore luminosità della sfera che accoglie Dante cui corrispondono il maggior splendore e la accresciuta bellezza di Beatrice;
- la comparsa dei beati come fonti di luce, compatti e in gran numero, con il successivo avvicinarsi a Dante di uno spirito particolare;
- l'autorizzazione o l'invito di Beatrice a Dante a parlare.
I beati di Mercurio
Rispetto ai beati della Luna, gli spiriti di questo secondo cielo evidenziano quella maggiore perfezione, quel più alto grado di beatitudine che costituisce la gerarchia del Paradiso: Piccarda era un'ombra evanescente e chiara, qui la figura umana è circonfusa dalla luce intensa che esce dagli occhi dei beati, e che forma un alone così splendente da rendere impossibile a Dante distinguere i lineamenti e riconoscere le fattezze degli spiriti. A partire dal cielo successivo, i tratti umani saranno del tutto assorbiti nella luce.
VEDI ANCHE: Paradiso Canto 5 - Figure retoriche