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Paradiso canto 16 Analisi e Commento

Spiegazione, analisi e commento degli avvenimenti del sedicesimo canto del Paradiso (Canto XVI) della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Cacciaguida, illustrazione di Gustave Doré

Analisi del canto

I canti di Cacciaguida
È il secondo dei tre canti che compongono l'importante triade di Cacciaguida


Il tema storico: le antiche famiglie fiorentine
La parte più cospicua del canto è rappresentata da una celebre rassegna delle famiglie nobili dell'antica Firenze, che riveste sicuramente un notevole interesse storico. Tale rassegna, nel suo gusto di cronaca comunale, ha però anche altri motivi di interesse: la rievocazione di una Firenze antica e ideale, esemplare di un consorzio umano concorde e altamente ispirato, e la dimostrazione della caducità delle cose e delle fortune umane, a cui si aggiunge ovviamente la polemica contro la degenerata Firenze contemporanea. L'intera esposizione è una nuova testimonianza della condanna di Dante contro i cambiamenti propri delle città nell'età mercantile, con il crescere delle popolazioni, il moltiplicarsi delle attività: in tali fenomeni egli vedeva assenza di valori spirituali e cause di interessi diversi che sfociarono in corruzione, contrasti e lotte, egoismi di parti e violenza. Ricordiamo l'analoga condanna in inferno xvi, 73-76 contro la gente nuova e i subiti guadagni, che orgoglio e dismisura han generata, / Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni.


Il tema filosofico: la caducità delle cose umane
Ai vv. 73-87 è espressa la riflessione centrale del canto, che ne unisce le due parti: la vanità della nobiltà terrena e il decadere di stirpi e città, così come la rievocazione di antiche famiglie ormai scomparse, sono illuminate e ricondotte nella prospettiva della caducità di tutte le cose terrene di fronte all'opera del tempo.


Il tema politico: la decadenza di Firenze
Tutto il canto è percorso da una vena e da un linguaggio polemico, che trova vari pretesti e oggetti, ma è da riportare alla questione generale che più sta a cuore a Dante, cioè la malvagità e la decadenza politico-morale della Firenze del 1300. Qui la polemica si appunta in particolare contro:
  • la vanagloria della nobiltà di sangue;
  • la mescolanza delle schiatte fiorentine con la gente del contado e della campagna, causa della decadenza di tutte le grandi città e civiltà;
  • il comportamento immorale della Chiesa verso il potere civile;
  • alcune singole famiglie fiorentine, responsabili dirette delle lotte intestine che hanno logorato la città.


VEDI ANCHE: Paradiso canto 16 - Figure retoriche



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